Il nuovo Regolamento UE 2018/848 sull’Agricoltura Biologica, che sarebbe dovuto entrare in vigore lo scorso anno ma rimandato a causa della situazione pandemica, sarà applicato dal 1° Gennaio 2022. Ma qual è l’obiettivo del regolamento?

 

OBIETTIVI DEL REGOLAMENTO

Il nuovo regolamento UE sulla produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici si prefigge di rivedere e rafforzare le regole dell’Unione Europea in merito alla produzione ed etichettatura dei prodotti biologici, con riferimento ai sistemi di controllo, ai regimi di scambio e alle norme di produzione.

L’obiettivo principale è quello di creare condizioni di concorrenza leale tra gli operatori di settore, semplificare la normativa e aumentare la fiducia del consumatore nei prodotti etichettati come biologici e a marchio UE.

 

PRINCIPALI NOVITÀ

Il regolamento estende l’ambito di applicazione della legislazione esistente in materia di produzione ed etichettatura di prodotti biologici [regolamento (CE) n. 834/2007] includendo prodotti strettamente legati all’agricoltura quali cotone, lana, oli essenziali, sale e sughero. Tramite l’introduzione del sistema di controllo della conformità, verranno armonizzate le regole applicabili agli operatori biologici UE e di paesi terzi e riesaminate le norme sulla produzione animale biologica. Il regolamento, inoltre, introduce e regola la produzione per le nuove specie e, infine, semplifica l’accesso al regime per i piccoli operatori.

 

CERTIFICAZIONE DI GRUPPO

Una delle più significative novità introdotte dal nuovo Regolamento, in vigore dal 1° Gennaio 2022, riguarda la possibilità per i piccoli produttori agricoli degli stati UE di ottenere la certificazione biologica non come singole aziende ma tramite “gruppo”. Tale modalità, già diffusa nel resto del mondo, consentirà ai piccoli produttori di dimezzare i costi per ottenere la certificazione biologica.

La certificazione di gruppo rappresenta così l’unico modo, per i piccoli produttori di paesi a basso reddito, di accedere ai mercati internazionali del biologico. Oltre ciò, offre anche degli altri importanti benefici, quali ad esempio favorire la formazione e il miglioramento continuo delle pratiche e dei sistemi produttivi, rafforzare le capacità gestionali e – certamente – offrire ai produttori l’opportunità di apprendere nuove competenze.

Tuttavia, se da un lato i costi di certificazione previsti per ciascun produttore sono molto più bassi da sostenere se in gruppo, è necessario tenere in considerazione i costi operativi richiesti per la gestione di un ICS di qualità: un sistema di controllo interno, con una serie documentata di attività e procedure di controllo, in base alle quali un responsabile designato dal gruppo stesso è preposto alla verifica del rispetto del regolamento da parte di ciascun membro. E tali costi possono essere davvero considerevoli, in termini di ricerca e investimenti per la formazione. Un nuovo scenario che prevede sicuramente numerosi benefici, grandi opportunità ma anche importanti sfide per il futuro dell’agricoltura biologica.

 

Per il regolamento completo clicca qui:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:02018R0848-20201114&from=EN