I cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l’Europa e il mondo intero, senza considerare la crisi dell’era Covid-19; per superare tali sfide, il Green Deal europeo riassume quella che è la nuova strategia di crescita europea verso una transizione ecologica: un’ancora di salvezza con l’obiettivo di trasformare l’UE in un’economia moderna, efficiente e competitiva.

Il 14 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità con il fine ultimo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e tradurre il Green Deal europeo in una realtà concreta. Tutti e 27 gli Stati membri hanno già aderito alla proposta.

I vantaggi

Il Green Deal europeo accrescerà il benessere e migliorerà la salute dei cittadini e delle generazioni future offrendo:

  • aria e acqua pulite, un suolo sano e biodiversità
  • edifici rinnovati ed efficienti dal punto di vista energetico
  • cibo sano a prezzi maggiormente accessibili
  • più trasporti pubblici
  • energia e innovazioni tecnologiche pulite e d’avanguardia
  • prodotti che durano più a lungo, che possono essere riparati, riciclati e riutilizzati
  • posti di lavoro adeguati alle esigenze future e formazione delle competenze per la transizione
  • un’industria competitiva e resiliente a livello globale

La strategia “Farm to Fork”

Considerata il cuore del Green Deal, la strategia “Farm to Fork” (F2F) mira a trasformare il sistema alimentare europeo, rendendolo più sano e sostenibile sotto diversi aspetti e riducendo il suo impatto sui Paesi terzi.

Le reazioni alla strategia sono state generalmente positive, grazie agli ambiziosi obiettivi preposti e all’approccio globale che la caratterizza: si tratta, infatti, della prima volta che l’Unione Europea si impegna a progettare una politica alimentare che coinvolga l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione. Numerose sono anche le opportunità per gli operatori stessi della catena alimentare: le nuove tecnologie e le scoperte scientifiche, unite alla crescente consapevolezza del pubblico e alla domanda di cibo sostenibile, andranno a beneficio di tutte le parti interessate.

Il tentativo dell’UE, dunque, è quello di dare avvio alla propria transizione ecologica, evitando però che nel resto del mondo vengano messe in atto pratiche non sostenibili.

Obiettivi

La strategia Farm to Fork mira ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare sostenibile che, oltre a ridurre al 50% l’uso di pesticidi chimici e fertilizzanti entro il 2030 e a introdurre pratiche più rispettose dell’ambiente, dovrebbe:

  • avere un impatto ambientale neutro o positivo;
  • contribuire a mitigare il cambiamento climatico e adattarsi ai suoi impatti;
  • invertire il processo della perdita di biodiversità;
  • garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica, assicurandosi che tutti i cittadini europei possano contare su alimenti sani, economicamente accessibili e sostenibili.

La Farm to Fork è inoltre finalizzata a rendere più trasparente la stessa filiera alimentare: i consumatori avranno a disposizione maggiori informazioni sull’origine e sugli aspetti nutrizionali degli alimenti, grazie anche a una migliore etichettatura.

Per consentire e accelerare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e sostenibile, gli strumenti finanziari – ma anche la ricerca e l’innovazione – assumono un’importanza fondamentale nel risolvere le tensioni, sviluppare e testare soluzioni, superare le barriere e scoprire nuove opportunità di mercato.

Sappiamo che nel sistema agricolo prevale nettamente l’agricoltura convenzionale, di conseguenza c’è tanto da fare, e riuscire a raggiungere gli obiettivi fissati per tutti gli agricoltori rappresenterebbe un passo decisivo. Inoltre, è da non sottovalutare il fatto che tutt’ora persistono notevoli differenze tra gli stati europei: non a caso l’obiettivo della nuova PAC (Politica Agricola Comune) è proprio far sì che i diversi sistemi agricoli europei raggiungano lo stesso livello di sviluppo e sostenibilità.

I divari sono ancora tanti e risentono molto del livello di partenza, soprattutto se pensiamo alla situazione nei paesi dell’Est al loro ingresso nell’Unione Europea: con questa nuova PAC si intende proprio eliminare tale divario.