La Supply Chain è una rete che comprende tutte le persone, imprese, attività, risorse e tecnologie riguardanti la creazione, la distribuzione e la vendita di prodotti o servizi.

Le ricerche dimostrano che per molte aziende la Supply Chain è responsabile della maggior parte dell’impatto ambientale, oltre il 90%.

Le organizzazioni possono fare la differenza più grande apportando modifiche alla loro catena di distribuzione piuttosto che ad altre operazioni aziendali. E spesso, l’importanza della sostenibilità in una Supply Chain va ben oltre la semplice attenzione all’ambiente. Si tratta infatti della confluenza di tre diverse sfere: quella sociale, ambientale ed economica, determinanti nella creazione di un piano a lungo termine, per soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura.

La transizione dalla concezione di economia lineare a quella circolare è una delle principali risposte alle attuali sfide ambientali, e proprio l’Italia rimane – dopo tre anni – il primo Paese in Europa per lo sviluppo della circular economy.  Se in un’ottica lineare la produzione di un bene risulta di solito nella produzione di un rifiuto o scarto che quasi certamente non verrà riutilizzato in alcun modo, nell’economia circolare si cerca invece di eliminare tale scarto a favore di una maggiore ecosostenibilità del processo produttivo.

Diventa perciò imprescindibile l’esigenza di rivalutare i processi aziendali e produttivi, minimizzando l’uso delle risorse naturali non rinnovabili a favore di input sostenibili, riducendo e valorizzando gli sprechi e allungando la vita utile di prodotti e beni tramite riutilizzo o riconversione e, nel caso della CO2, tramite rimozione e bilanciamento della parte residua presente in atmosfera.

In linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, occorre quindi agire in previsione del raggiungimento della carbon neutrality entro il 2050. Si favorisce l’implementazione di un approccio multidisciplinare, che ruota attorno a 4 punti fondamentali (le cosiddette “4R”):

  1. Riduci: l’efficienza energetica è l’azione principale per mitigare il cambiamento climatico, così come la riduzione dei combustibili fossili a favore di un maggiore utilizzo di fonti di energia a basse emissioni di carbonio (fonti rinnovabili, energia idroelettrica, energia nucleare, bioenergia).
  2. Riutilizza: la CO2 ha un suo valore, e le tecnologie innovative consentono oggigiorno di riutilizzarla e trasformarla in prodotti utili, come combustibili, bioenergia, prodotti chimici, materiali da costruzione, alimenti e bevande.
  3. Ricicla: la CO2 può essere trasformata chimicamente per la creazione di nuovi prodotti, ad es. fertilizzanti, cemento, o altre forme di energia come i combustibili sintetici.
  4. Recupera: sfruttare la tecnologia per catturare e immagazzinare CO2 o incentivare la fotosintesi attraverso la piantagione di flora, pratiche importanti per ridurre le emissioni su larga scala.